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Incenerimento: alcune riflessioni



OPERAZIONE COSTO ENERGETICO

Riciclaggio plastiche con piccole  quantità di impurezze 22 MJ/Kg

Produzione di nuove plastiche da  risorse esauribili 86 MJ/Kg

Energia risparmiata riciclando le  plastiche come materia ad alto contenuto di energia 64 MJ/Kg

Se  scelgo di incenerire la plastica, uso una sola forma di energia in essa  contenuta, cioè il suo potere calorifico.

Energia teorica  recuperabile dalla combustione della plastica 48 MJ/Kg

Dovendo  però sottostare alle leggi della termodinamica, non potrò sfruttare  tutta questa energia, ma dovrò fare i conti con l’efficienza della  combustione. Supponendo di poter ottenere un’efficienza della  combustione pari al 50% (esageratamente ottimistica), avrò:

Energia  reale recuperabile in un forno di incenerimento di terza generazione 24  MJ/Kg.

Dunque il massimo risparmio di energia che faccio  bruciando la plastica è, nella migliore delle ipotesi, di circa 24 MJ/Kg  che vengono recuperati sotto forma di calore, contro i 64 MJ/Kg di  energia che recupero (risparmio) se produco plastica a partire da  plastica riciclata (valore netto di risparmio, avendo già tolto dal  recupero i costi energetici di riciclo della plastica).

A tutto  questo si deve aggiungere il risparmio energetico indiretto che si  guadagna evitando nuove estrazioni di petrolio. Quindi, dal punto di  vista strettamente energetico, converrebbe il riciclo. La qualità della  plastica riciclata, seppur inferiore a quella primaria, consente  l’impiego di questa in quasi tutti i settori della plastica vergine. Il  riciclo della plastica diventa economicamente non vantaggioso se si  computano i costi di raccolta e trasporto. Dunque economicamente nessuno  avrà interesse a riciclare la plastica. Per questo il WWF chiede che ne  venga prodotta di meno, eliminando totalmente il PVC dal 2000, al fine  di uscire dal circolo vizioso della antieconomicità del riciclo e dalla  convenienza privata dell’incenerimento.



RICORDATI CHE

Attualmente,  nessun sistema di filtraggio oggi disponible sul mercato è in grado di  trattenere le particelle inquinanti (particolato) con diametro inferiore  ai 2,5 nanometri: è questo il principale problema di qualunque  inceneritore, ed allo stesso tempo la causa di un inquinamento  "sconosciuto" (i misuratori di particelle inquinanti arrivano a misurare  solo diametri superiori), che desta allarme presso i cittadini e la  comunità scientifica.

fonte: energiaalternativa.net





niziamo con il dire che le bottiglie di plastica  contentente acqua che ho pesato pesano 35 grammi, mentre la bottiglia di coca cola  ne pesa 50.

Vediamo i più comuni tipi di plastica e il loro potere calorifico espresso in MJ/kg

POLIETILENE (PE)(46MJ/KG)
E' il più diffuso, economico e versatile. Si usa per i sacchetti di plastica, teli, bottiglie di latte, fusti, taniche, tappi, fogli per l’edilizia…

CLORURO DI POLIVINILE (PVC) (20MJ/KG)
Usato per tubi e raccordi per l’edilizia, per le pellicole alimentari, bottiglie per bevande non gasate, flaconi di shampoo e cosmetici, sacchetti, alveoli per uova, cioccolatini e fiale.

POLIETILENTEREFTALATO(PET) (33MJ/KG)
Usato per la sua grande resistenza agli urti per produrre bottiglie per bevande gasate, componenti per automobili, imbottiture per abbigliamento e arredamento; è il più diffuso dei polimeri insaturi.

POLIPROPILENE (PP) (46MJ/KG)
Buone capacità di inerzia chimica e di rigidità, resistente alle trazioni, viene per questo usato per stoviglie, confezioni di gelati e yogurt, siringhe monouso, secchi.

POLISTIROLO (PS) (41MJ/KG)
Dotato di bassa resistenza agli urti, viene usato per bicchieri e posate, coppette di gelato e yogurt, chiusure e cappucci spray. Nella sua forma espansa per imballaggi di oggetti.

POLIURETANO (PUR) (18/25MJ/KG)

Viene impiegato nell'industria automobilistica per i paraurti o nell'arredamento come gommapiuma.

POLIAMMIDI (PA) (19/37MJ/KG)
Il prodotto più noto é il nylon utilizzato per la sua resistenza alla trazione meccanica.

Analizziamo il PET :

33MJ/Kg -> 7887KCal/Kg-> 9,2 kwh

Questo implica che una bottiglia di 50 gr ha un potere calorifico di 460wh :blink:
(impressionante). Ora considerando il fatto che la plastica quando arriva all'inceneritore contiene sostanze impure (leviamo il 10% di rendimento) e che il rendimento elettrico del termovarolizzatore oscilla tra un 19% - 26% (consideriamo il 20%) otteniamo 82 wh. Quindi il valore di 60wh è addirittura più basso.
C'è inoltre da considerare che il termovalorizzatore genera anche calore con un rendimento del 58%, che viene sfruttato sicuramente in inverno...non penso in estate.

DOVREBBE ESSERE CHIARO COME MAI IN TANTI VOGLIONO BRUCIARE LA PLASTICA.

Ma...bruciare queste sostanze...produce qualche effetto collaterale?

fonte:energialaternativa.net
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Riciclaggio: il caso della PLASTICA

Il sistema del CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi - riunisce diversi consorzi. Tra i consorziati figurano i produttori, i distributori e gli utilizzatori degli imballaggi in plastica.
Purtroppo la "lobby della plastica", strettamente connessa con quella del petrolio , è molto potente, tanto che rischia di condizionare tutto il sistema di gestione dei rifiuti, spingendolo verso l’incenerimento (la plastica brucia molto bene), con tutte le preoccupazioni del caso, ambientali ma anche e soprattutto di ordine sanitario.
Gli oggetti in plastica sono generati in una serie di passaggi di produzione durante i quali si consumano energia, risorse (petrolio, prodotti chimici di base, acqua, risorse naturali, territorio) e servizi ausiliari (costo del lavoro, usura macchinari, tempo, trasporti, costo di gestione del rifiuto industriale).


Perché la plastica si ricicla così poco?


Per esempio nel caso del "polietilene" il riciclaggio sarebbe molto semplice in quanto si tratterebbe di lavare, triturare e rifondere il materiale. La qualità della plastica riciclata, seppur inferiore a quella primaria, consente l’impiego di questa in quasi tutti i settori della plastica vergine.
Il riciclo della plastica diventa economicamente non vantaggioso se si computano i costi di raccolta e trasporto (la plastica pesa poco e occupa grandi volumi: in pratica è come se i mezzi viaggiassero quasi vuoti …). Dunque economicamente nessuno avrà interesse a riciclare la plastica.

Queste considerazioni spingono a considerare un bluff il riciclaggio della plastica:

- i costi di raccolta sono altissimi a causa del basso peso del materiale (per questo viene di solito raccolta o insieme ai metalli o, come a Roma, con campane "multimateriale");
- è complicato il riciclaggio perché bisognerebbe separare completamente tutti i vari tipi di plastica (PET, PE, HDPE, PVC, …) per poter ottenere materiali utilizzabili dalle aziende.
Per questo solo una piccola percentuale della plastica viene effettivamente riciclata, il resto viene avviata a combustione.
Bisognerebbe quindi evitare il più possibile di utilizzare prodotti con imballaggi in plastica. La migliore caratteristica della plastica è la difficile degradazione, è un controsenso utilizzarla per prodotti usa e getta.

In molti Paesi al mondo, dalla Svezia al Costa Rica, si riutilizzano numerose volte le bottiglie di plastica per bevande con il sistema del "vuoto a rendere" che in Italia è misteriosamente quasi estinto: il risparmio energetico che si ottiene è decine di volte maggiore rispetto al loro incenerimento e superiore al semplice riciclaggio. In questi casi si tratta di una plastica più resistente (in genere "policarbonato"), tale che le bottiglie non possano essere schiacciate facilmente.

In realtà esistono materiali alternativi : ad esempio penne, stoviglie o sacchetti di plastica, pellicole trasparenti, ecc. in mater-bi , una plastica bio-degradabile ricavata dall’amido di mais e materie prime rinnovabili, prodotta nello stabilimento di Terni dalla Azienda italiana Novamont di Novara .

Si tratta di prodotti bioplastici dalle caratteristiche equivalenti alle plastiche tradizionali ma completamente biodegradabili e compostabili, come evidenziato da una apposita certificazione.
La Novamont è un'azienda con base a Novara che da circa 16 anni è impegnata nella produzione di pellicole, imballaggi, additivi per pneumatici, teli per pacciamatura agricola e una lunga serie di prodotti per la casa realizzati con un materiale completamente biodegradabile. Si chiama Mater-Bi ed è una bio-plastica derivata da materie prime di origine agricola e proveniente da amido non geneticamente modificato.
Dunque i prodotti in Mater-Bi™ dopo l'uso si biodegradano mediamente nel tempo di un ciclo di compostaggio.
Mater-Bi ha trovato numerose applicazioni nel campo degli imballaggi, come ad esempio per la linea ecologica Ecolucart e per i prodotti biologici delle grandi catene inglesi Sainsbury's e Tesco , e inoltre è stato usato dalla svedese Naty per realizzare pannolini per neonati.
La Novamont è impegnata a ridurre al minimo i rifiuti di post-produzione e usa processi e tecnologie con un basso impatto ambientale.

Andrebbe però chiarito qualche dubbio prima di una diffusione in larga scala di questo tipo di prodotti, in quanto a volte l’industria chimica, per abbassare i costi di produzione dei materiali di base, tende a far ricorso all’ingegneria genetica.
Non sembrerebbe il caso della Novamont che, almeno per quanto riguarda i teli per pacciamatura utilizzati in agricoltura, fornisce una specifica certificazione "OGM-Free".

VANTAGGI
- materiale biodegradabile
- utilizzo di risorse rinnovabili
- possibilità di utilizzo di materiali di scarto (bucce di patate, residui di mietiture, …)
- materiale idoneo per packaging settore biologico
- materiale utile per un compost di qualità

SVANTAGGI
- processo produttivo dal fabbisogno energetico ancora elevato
- mancanza di economia di scala (costo elevato)
- possibilità di uso di OGM (Organismi Geneticamente Modificati)
- prestazioni del prodotto non ancora competitive con le plastiche tradizionali (forte interazione con acqua e umidità)
- carenza di una normativa europea che imponga una certificazione unica almeno in UE (problema degli additivi potenzialmente tossici)
- mancanza di una filiera per il recupero


Vista la buona produzione di Materbi che abbiamo in Italia, chissà che a qualcuno non venga in mente di introdurre qualcosa di simile anche nel nostro paese.

fonte: bispensiero.it